Gli anni ’70, rappresentarono un’epoca di profondo mutamento, in cui le pulsanti note musicali risuonarono sulle piste da ballo di tutto il mondo, scuotendo le fondamenta stesse della cultura musicale.
Prima del 1975, il funk regnava sovrano nei Dancing, grazie alle audaci sperimentazioni di un vero pioniere, James Brown.
Infatti, nel 1964, con l’uscita del singolo “Out Of Sight”, il funk iniziò a plasmare la sua identità e fu l’innovativo brano “Papa’s Got a Brand New Bag” a dare una svolta cruciale a questo genere in fermento.
Ma l’ondata rivoluzionaria stava ancora crescendo, pronta a raggiungere nuove vette negli anni ’70, dando vita all’entusiasmante essenza del Funky-Groove.
Nel 1972, a Miami, Timmy Thomas incantò il pubblico con il suono vibrante dell’organo Lowrey e con la sua voce inconfondibile, creando un’atmosfera unica in brani come “Why Can’t We Live Together”.
Ma fu nel 1974 che il vero scoppio avvenne, quando Harry Wayne Casey (che successivamente avrebbe fondato i KC & the Sunshine Band) lanciò George McCrae e il mondo intero iniziò a muoversi freneticamente al ritmo di Rock Your Baby.
Il 1975, fu l’anno in cui l’aria di cambiamento senza precedenti invase la scena.
Lamont Dozier, insieme a Joe Sample e Wilton Felder, creò un vero capolavoro con “Going Back To My Roots”, una traccia che rievoca le origini profonde della musica stessa.
Allo stesso tempo, Donna Summer fece il suo ingresso trionfale, catturando l’attenzione di tutti con “Love to Love You Baby”, trasformando l’organo sintetizzato e suonato dal grande Giorgio Moroder, in una voce seducente e avvolgente, sostenuta da suggestive campane.
Nel frattempo, i Silver Convention infiammarono le notti con successi irresistibili come “Get Up & Boogie” e “Fly Robin Fly”, lasciando un’impronta indelebile sulla scena musicale.
Tuttavia, fu nel 1976 che si scatenò la vera magia, liberando un’ondata travolgente di passione.
Gli Chic, di Bernard Edwards e Nile Rodgers, irruppero sulla scena con “Dance Dance Dance” ed “Everybody Dance”, trasformando ogni pista da ballo in un vortice di gioia e ritmo.
In Italia, la leggendaria Baia Degli Angeli divenne un epicentro di energia, grazie ai deejay americani Bob Day e Tom Sison, che importarono il ritmo inarrestabile degli anni ’70 direttamente sulle coste italiane.
Ma l’anno che segnò un punto di svolta fu il 1977.
Nella celebre discoteca Studio 54 di New York, “I Will Survive” di Ritchie Kaczor, prese il controllo delle notti, catturando lo spirito di resilienza umana in una melodia coinvolgente.
Nel Vecchio Continente, artisti come Jean-Marc Cerrone e Alec R. Costandinos portarono un tocco di novità alla scena disco, rinfoltendo il panorama musicale con nuovi suoni e influenze.
In questo decennio ricco di ferventi cambiamenti, in cui le note pulsanti della musica risuonarono nelle piste da ballo di tutto il mondo, scuotendo le fondamenta stesse della cultura musicale, i Bee Gees giocarono un ruolo significativo.
Il gruppo raggiunse la vetta delle classifiche con “How Can You Mend a Broken Heart” e contribuì alla colonna sonora del celebre film “La febbre del sabato sera”, caratterizzato da brani che rimarranno indelebili, come “Stayin’ Alive”.
Nel 1979, il loro album “Spirits Having Flown” fece incetta di vendite, superando la soglia dei 29 milioni di copie in tutto il mondo e presentando hit che entrarono nell’immaginario collettivo, come “Tragedy” e “Love You Inside Out”.
La disco music, iniziò a perdere popolarità alla fine degli anni ’70, a causa di una serie di fattori, tra cui l’opposizione di alcuni gruppi religiosi e la nascita di nuovi generi musicali, come la new wave e l’heavy metal.
Tuttavia, ugualmente, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica.
I suoi ritmi incalzanti e le melodie coinvolgenti continuano, anche oggi, a far ballare tutto il mondo!
Alessio Mancinelli